A tu per tu con l’acaro più temibile di tutti: il ragnetto rosso
A causa della sua vasta gamma di piante ospiti, Tetranychus urticae è considerato l’acaro economicamente più importante e temibile, rientra tra gli organismi nocivi di qualità previsti dal D.M. 14 aprile 1997 e successive modifiche, noto come acaro rosso, ragno maculato o semplicemente ragnetto rosso è senza dubbio il fitofago che sta destando molte preoccupazioni anche per i produttori di cannabis light in ambiente indoor. Le colture protette sono più soggette agli attacchi del ragnetto rosso, particolarmente favorito da condizioni ambientali asciutte. Il costo per controllare questo parassita su piante orticole, ornamentali e industriali, nell’Unione europea supera ogni anno il miliardo di euro e le perdite di prodotto si avvicinano al 15%.
Biologia
Ogni femmina depone 10-20 uova al giorno, 80-120 durante la sua vita. Le uova appena posate sono lisce, rotonde, di colore bianco cristallino, ma successivamente virano a un giallo chiaro. Un uovo misura 0,130 mm di diametro, viene deposto singolarmente sulla superficie inferiore della foglia o attaccato a ragnatele di seta prodotte dall’acaro. Le uova non fecondate producono solo maschi, che sono aploidi mentre le uova fecondate producono femmine diploidi. Lo sviluppo dell’acaro è rapido, in particolare alle alte temperature a 30-32 °C, che è la temperatura ottimale per lo sviluppo. Lo stadio delle uova dura 3-5 giorni, gli stadi larvale / ninfale 4-5 giorni, e con un periodo di preovideposizione di 1-2 giorni; il ciclo vitale completo dura solo 8-12 giorni.
Le larve appena schiuse sono di forma snella e di color paglia, il loro colore più tardi cambia in verde chiaro. Possiedono tre paia di zampe. Una larva misura 0,180 mm di lunghezza. La larva dopo essere stata nutrita muta in ninfa del primo stadio o protoninfa, di forma ovale, di colore rosato e diversamente dalla larva possiede quattro paia di zampe, misura 0,290 mm di lunghezza. Le deuteroninfe o ninfe del secondo stadio sono di forma allungata, di colore rossastro, e possiedono quattro paia di zampe. Il corpo misura 450 mm di lunghezza. Sia le larve che le protonife e le deuteroninfe, prima di mutare allo stadio successivo entrano in uno stadio di quiescienza.
I maschi adulti si distinguono facilmente dalle femmine per la forma annulata o a cuneo, taglia più corta, addome appuntito con colore del corpo giallo-rossastro. Un maschio adulto misura 340 mm in lunghezza, mentre la femmina adulta misura 560 mm. Due grandi punti scuri su entrambi i lati del corpo sono visibili in modo evidente negli adulti e nelle fasi ninfali.
Nella serra la riproduzione può continuare per tutto l’anno; in campo aperto sono possibili 7-10 generazioni sovrapposte per stagione, a seconda delle condizioni climatiche. Per svernare, le femmine mature vanno in diapausa in luoghi protetti nel terreno, crepe nella corteccia o sotto i rifiuti vegetali. In aprile/maggio emergono e iniziano con la deposizione delle uova, producono molta ragnatela con la quale si proteggono dal vento, pioggia e predatori. Inoltre, attaccati a fili di seta possono essere facilitati e dispersi dal vento nel colonizzare nuove piante ospiti.
Danno
Tetranycus urticae è una specie altamente polifaga, cosmopolita, che si diffonde facilmente. In condizioni ottimali, raggiunge un’alta densità di popolazione e la sua presenza può causare una riduzione della resa in coltivazioni di Canapa sativa, varie orticole e ornamentali. Con il suo apparato boccale penetra nelle cellule vegetali, preferibilmente nella parte inferiore delle foglie, e ne ingerisce il contenuto. I primi sintomi visibili sono piccole chiazze biancastre, principalmente intorno alla nervatura centrale e vene più grandi. Quando queste macchie si fondono, le celle vuote danno alle aree della foglia un aspetto biancastro o argentato.
Con l’infestazione in corso, il danno non sarà limitato al parenchima spugnoso ma includerà anche il parenchima a palizzata e il tessuto fogliare potrebbe collassare completamente. La funzione degli stomi è influenzata e la traspirazione limitata. La foglia diventerà gialla e appassirà. Spesso l’intero fogliame delle piante attaccate assume un colore giallo o brunastro. La perdita di superficie fotosintetica attiva, unita a una ridotta traspirazione, porta a una riduzione della resa e la pianta può avere una crescita stentata o, in casi gravi, perire. I danni si manifestano con intense depigmentazioni e bronzature sulle pagine fogliari, che causano sulle foglie stesse dei disseccamenti con cadute precoci. Le infiorescenze possono essere rese non commerciabili anche da infestazioni relativamente moderate e per la presenza di sottili ragnatele.
Lotta
Per ottenere i risultati migliori nella lotta al Tetranychus urticae è necessario adottare un approccio integrato in grado di sfruttare tutte le tecniche e gli strumenti che possono essere utili a ridurre l’impatto di tale fitofago.
La diagnosi precoce della presenza dell’acaro è fondamentale prima che si verifichino danni evidenti ed è importante per un controllo efficace.
Il monitoraggio in colture protette indoor per il rilevamento del Tetranychus urticae, può essere effettuato mediante una lente di ingrandimento da 10X a 15X per esaminare da vicino le parti inferiori delle foglie della pianta. Una tecnica molto artigianale e efficiente consiste nel posizionare un foglio di carta bianca sotto le foglie e colpire il fogliame in modo deciso, gli acari cadranno sulla carta e potranno essere più facilmente osservati e identificati che sul fogliame verde. Per ridurre i tempi di monitoraggio manuale sono stati sviluppati alcuni schemi di campionamento che utilizzano la presenza o l’assenza di acari su un campione di foglie. Poiché i predatori che vivono naturalmente svolgono un ruolo importante nella regolazione delle popolazioni di acari, l’uso fai da te dei pesticidi è superfluo e dannoso perché determina il fenomeno dell’insorgenza: molti insetticidi (peraltro non esistono prodotti registrati per la Canapa) esercitano acaro‐stimolazione, deprimendo le popolazioni di artropodi predatori, come i piretroidi che sono quelli caratterizzati da maggior acaro-stimolazione. In questo modo, parassiti dannosi delle piante che usualmente sono controllati dall’artropodo-fauna utile, possono esplodere e risultare molto dannosi. Un fenomeno di questo genere è tipico delle serre e altri ambienti protetti.
Riguardo alla lotta biotecnologica, si potrebbe usare un bioinsetticida a base di Beauveria bassiana ceppo ATCC 74040, un antagonista fungino che, fra gli altri, agisce anche nei confronti delle forme mobili e soprattutto sulle uova del ragnetto rosso bimaculato, riscontrabile su Canapa sativa e molte colture orticole. Una volta giunte a contatto col tegumento dell’acaro o delle sue uova, le spore germinano, producono degli enzimi chitinolitici che consentono al tubetto di germinazione di penetrare attraverso la cuticola o il corion dell’uovo. Recenti sperimentazioni hanno inoltre messo in evidenza che le femmine di T. urticae che sfuggono al trattamento, presentano una riduzione della fertilità e difficoltà sulla schiusura delle uova, con indubbi vantaggi per la strategia di difesa.
Per ottenere la massima efficacia nell’utilizzo, è consigliabile trattare nelle ore serali, per sfruttare le condizioni di temperatura e umidità più favorevoli alla germinazione del fungo (Beauveria bassiana). Trattandosi di un prodotto che agisce per contatto è fondamentale curare bene la bagnatura della pagina inferiore delle foglie, dove solitamente si trovano gli adulti e le uova del ragnetto; i trattamenti possono ripetersi a distanza di 5-7 giorni. Il fungo è compatibile con zolfo e prodotti rameici e non presenta tempo di carenza. L’utilizzo del prodotto è conciliabile coi lanci del predatore Phytoseiulus persimilis in quanto la sua azione nei confronti dello stesso è molto più blanda rispetto a quella esercitata su questo temibile acaro delle colture. Ne consegue che i due “antagonisti” possono essere vantaggiosamente integrati all’interno di una strategia biologica di controllo del ragnetto rosso che è stato oggetto di alcuni degli esempi più riusciti di controllo biologico.
Phytoseiulus persimilis è un fitoseide predatore utilizzato con successo in tutto il mondo, per la lotta biologica al ragnetto rosso su varie colture orticole, ornamentali e industriali, sia protette che in pieno campo. Le femmine, con il corpo piriforme di colore arancio brillante, sono leggermente più grandi di un ragnetto rosso e più mobili. Phytoseiulus persimilis è caratterizzato da una elevata capacità di ricerca ed è in grado di esplorare ampie superfici. Lo sviluppo in condizioni ottimali è anche più rapido di quello della sua preda. Un acaro generalista come Amblyseius andersoni viene utilizzato sia per combattere il ragnetto e sia per il controllo di altri fitofagi. Altri insetti predatori utilizzati per combattere il ragno bimaculato sono Feltiella acarisuga, un dittero Cecidomyidae, Stethorus punctillum, un predatore coccinellide vorace: questa specie può consumare in serra oltre 1.000 uova di acari su un periodo di sviluppo di due o tre settimane. Esiste poi un’ampia schiera di altri predatori generalisti che svolgono un ruolo importante nella regolazione delle popolazioni di acari, come Emitteri, Formiche, Crisopidi e altri Funghi entomofagi come Entomophthora thaxteriana e Entomophthora adjarica.
a cura di Giulio Brescia
Entomologo e Consulente Ambientale c/o Ausl Romagna, ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali su varie tematiche.