A Londra c’è chi lotta per il clima: in migliaia preparano nuove proteste
Non c’è problema più urgente per l’umanità che contrastare il riscaldamento globale. Un fenomeno complesso che noi stessi acceleriamo con le nostre azioni nonostante ci conduca dritti all’estinzione. I governi lo sanno, ma fanno troppo poco, incuranti del futuro delle prossime generazioni. Eppure correttivi per evitare il peggio sono ancora tecnicamente ed economicamente possibili. Non saranno semplici da attuare ma ora come ora non c’è nulla di più importante o utile. Siamo in una situazione d’emergenza: agire è urgente.
Ciò che è accaduto solo qualche giorno fa a Londra e che si prepara a ripetersi apre a un moderato ottimismo perché significa che il problema è sentito: sabato scorso intorno alle 10 migliaia di manifestanti hanno bloccato 5 ponti della città creando disagio al traffico per rispondere alla chiamata di Extinction Rebellion, un movimento non violento che chiede ai leader globali di esaminare e modificare in modo costruttivo la loro politica sul clima.
Questa realtà, nata solo qualche mese fa e che ricorda Occupy, ha raccolto circa 50.000 sterline in donazioni e ha tenuto riunioni in tutto il paese. Nelle ultime due settimane più di 80 persone sono state arrestate per aver preso parte ad atti di disobbedienza civile organizzati in altre città del Regno Unito e all’estero dal movimento, iniziative che non resteranno isolate. Gli organizzatori sperano che la campagna di “disordini rispettosi” possa far capire a più persone possibili che l’attuale linea d’azione in materia di clima porterà al disastro, una catostrofe irrimediabile.
«Siamo in una crisi ecologica causata da cambiamenti climatici, inquinamento e distruzione degli habitat naturali; è in corso un’estinzione di specie di massa su una scala molto più grande di quella che ha ucciso i dinosauri. Il nostro corso è destinato al collasso: l’estinzione umana è possibile. Il futuro è cupo e i nostri figli non sono al sicuro», dicono gli attivisti di Extinction Rebellion che sfidano la politica ad agire: «Il nostro governo non agisce secondo ciò che la scienza e la storia ci dicono. Pertanto il nostro governo è criminalmente negligente. Abbiamo il dovere morale di ribellarci, qualunque sia la nostra idea politica. La pacifica disobbedienza civile è un modo efficace per realizzare il cambiamento. Le nostre vite hanno significato quando siamo disposti a fare sacrifici per proteggere ciò che amiamo. Chiediamo ad altri che sentono lo stesso modo di unirsi alla nostra pacifica ribellione».
Nuovi atti dimostrativi si terranno da mercoledì a venerdì e per sabato prossimo è atteso il “Rebellion Day 2“. Per molti dei partecipanti, la protesta finirà sui libri di storia. Occorre agire, e farlo in fretta se non si vuole cancellare la vita dalla Terra.