A Bologna hanno vietato le birre fresche
Il caldo, si sa, da un po’ alla testa a tutti ed evidentemente così è stato anche per il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Il quale, probabilmente ormai già con il pensiero alla campagna elettorale per le elezioni del prossimo anno, non ha trovato di meglio che emettere un’ordinanza che vieta le vendita di birre fresche agli alimentari della zona universitaria.
I CONTENUTI DELL’ORDINANZA. L’ordinanza firmata dal sindaco (che sarà attiva in via sperimentale fino al 15 ottobre) impone che i negozi di alimentari e i laboratori artigianali del centro storico e della zona universitaria debbano chiudere tutti i giorni entro le ore 21 e sancisce inoltre il divieto “di detenere bevande alcoliche di qualsiasi gradazione in qualunque sistema e/o apparecchio di refrigerazione e raffrescamento”. In pratica alimentari e laboratori potranno vendere solo birra calda, mentre chi ne vuole una fresca dovrà necessariamente recarsi nei ben più costosi pub del centro.
COMBATTERE IL DEGRADO? Secondo il sindaco di Bologna l’obiettivo di questa misura è quello di contrastare il degrado perché in giro ci sono “troppi ubriachi”. Tuttavia non è difficile pensare che chi vorrà gustarsi delle birre fresche potrà comodamente continuare a rifornirsi dai venditori ambulanti abusivi che affollano la zona universitaria fino a tarda notte. D’altra parte Merola non ha inventato niente, ogni volta che si avvicinano le elezioni infatti, a Bologna i sindaci se ne escono con trovate del genere per assecondare le frange più conservatrici della città. Prima di lui lo fecero Flavio Del Bono (sindaco dal 2009 al 2010) con l’obbligo di chiusura alle 22 per gli alimentari, e lo “sceriffo” Sergio Cofferati (sindaco dal 2004 al 2009) che sancì il divieto di camminare per strada avendo in mano bottiglie di vetro. Un probizionismo che, anche in questo settore, naturalmente non ha mai portato a niente se non a qualche voto in più.