70mila calci in culo alle major
Illustrazione di Moab Graphics
69’004 € suddivisi in 1818 raisers, su un “minimum goal” di 20’000: il 345% del minimo necessario per dare avvio all’operazione-stampa. Questi i numeri de “Il record italiano di Musicraiser”, totalizzato da Egreen per la campagna di crowdfunding di “Beats & Hate”. Apparentemente, uno dei tanti traguardi numerici superati dall’hip hop italiano, spesso protagonista, negli ultimi mesi, delle prime posizioni nelle classifiche di vendita. Più di tutti gli altri, questo di Egreen sembra invece un risultato straordinario, in primis personale e di riflesso per la scena hip hop italiana. Il risultato più alto mai fatto segnare in Italia sul sito di crowdfunding è anzitutto assoluto, non superabile a stretto giro di posta. Non come la prima posizione nella classifica di iTunes nel primo giorno di uscita di un disco. Qualcosa di più complesso. Proviamo a spiegare.
Punto primo: il fattore di rischio era altissimo. Non raggiungere il minimum goal, dunque non pubblicare un disco sentito ed annunciato, avrebbe segnato verosimilmente una notevole battuta d’arresto per un artista che ha fatto della credibilità e della schiettezza i propri punti di forza. Il rischio, questo sconosciuto nel rap italiano che non fatica a scendere a compromessi e che, pur di assecondare le esigenze del mercato, ha sempre più annacquato il suo vigore.
Punto secondo: i dati effettivi di vendita sono attualmente influenzati dagli instore, giornate in cui, per un selfie col proprio idolo, vanno via centinaia di copie fisiche. Chi ha partecipato al crowdfunding di Fantini ha comprato a scatola chiusa il disco, che stavolta non è il mezzo per una foto, piuttosto la volontà di supportare il progetto di un artista sempre credibile. Comprare un disco hip hop senza alcun tipo di filtro, secondario o non necessario. Forse se ne sentiva il bisogno per il movimento in generale.
Punto terzo: buona parte dei commenti sui social network imputano a Egreen di “aver chiesto l’elemosina”, o anche “di essersi fatto i soldi”. Con i 30 euro (il minimo per acquistare la copia fisica di “Beats & Hate”), si acquistava, lo ricordiamo: l’unica possibilità di avere il cd nel proprio lettore, uno special pack, il lavoro fotografico curato da un grande come Sha Ribeiro e l’ingresso gratuito per il release party a Milano. Attenti, piuttosto, a chi i soldi ve li ruba davvero.
Punto quarto: last but not least, la scelta del crowdfunding è stata coraggiosa. Egreen ha infatti confermato di aver ricevuto, ma declinato alcune offerte discografiche. Immaginiamo ci fossero label intenzionate a produrre “Beats & Hate”, ma, dopo la fuoriuscita da Unlimited Struggle, l’mc di Busto Arsizio ha preferito un percorso senza filtri con l’ascoltatore. A proposito, con un post sul proprio FB, Fantini ha comunicato che la dipartita da US è dovuta a dissapori solo ed esclusivamente con Stokka, e che non c’è alcun problema personalmente e collettivamente con gli altri mc del roster.
Narriamo una grande vittoria per Egreen, e dunque di un hip hop coerente, underground e fiero di esserlo. #Stoconfantini, dunque #stoconilrapitaliano.