5 viaggi che nel passato era impossibile fare
Grazie agli incredibili sviluppi della tecnologia oggi è possibile compiere delle esperienze di viaggio che prima potevamo solo immaginare o che erano appannaggio di esploratori e viaggiatori di professione: ecco quindi i cinque viaggi che adesso possiamo fare e che prima no.
L’EVEREST
Con i suoi 8.848 metri l’Everest è la montagna emersa più alta della terra. Raggiunta la sua cima solo nel 1953, la montagna attrae viaggiatori ed esploratori dagli inizi del XX secolo. Ma il turismo è fenomeno recente. Chiaramente non è un turismo di massa, potremmo definirlo un turismo d’élite ma per numeri e impatto ambientale e sociale ormai va considerato a tutti gli effetti un luogo turistico.
La tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale in questo processo con lo sviluppo delle fibre sintetiche maggiormente resistenti e meno pesanti di quelle usate in passato. Esiste infatti tutto un mercato di attrezzatura sportiva che continua ad evolversi permettendo a sempre più persone di avvicinarsi all’alpinismo estremo senza dover affrontare i costi che esistevano in passato. Anche il settore delle telecomunicazioni gioca un ruolo importante, in una situazione estrema come può essere quella dell’ambiante dell’Everest la possibilità di avere comunicazioni di buona qualità e programmi di geo-localizzazione a basso costo su un cellulare hanno permesso un processo di massificazione che prima era solo appannaggio di costose apparecchiature analogiche.
A questo va aggiunto l’abbassamento dei costi di trasporto, anche se in questo caso la ragione è dovuta in parte a fattori geopolitici, la comparsa di portali internet per le prenotazioni di voli online ha abbassato di molto i costi che prima erano appannaggio delle agenzie di viaggi.
TREKKING NEL DESERTO DEL SAHARA
9 milioni di km quadrati di deserto cocente rendono il Deserto del Sahara uno dei luoghi più inospitali e difficili da visitare. Appannaggio per secoli dei cammellieri e delle tribù di beduini è solo negli ultimi trent’anni che possiamo dire che esista un turismo del deserto. In questo caso i pionieri di questa attività sono stati i francesi che alla fine degli anni settanta organizzarono la prima Parigi-Dakkar. Piloti con la passione del rally e dell’avventura parteciparono alla prima edizione e da allora innumerevoli sono stati gli emuli con carovane più o meno organizzate. L’accesso a mezzi come jeep e desert truk anche alla piccola borghesia europea ha permesso l’apertura dei cancelli del deserto e l’esplorazione del Sahara.
Oltre alla tecnologia meccanica ed ai veicoli sempre più sofisticati, un grosso aiuto è arrivato dagli apparecchi GPS e l’uso dei satelliti per la navigazione nel deserto, la tecnologia dei pannelli solari ha aiutato anch’essa l’ottimizzazione delle apparecchiature elettroniche e la diminuzione del peso delle stesse ne permette un trasporto più facile.
TREKKING NEL BORNEO
La terza isola più grande del mondo si divide tra la Malesia, Brunei e Indonesia e ospita una delle più antiche foreste pluviali del mondo. La sfida principale per i turisti qui è quella di raggiungere il Monte Kinabalu, la vetta più alta dell’isola con una altezza di 4.096 metri. Il britannico Sir Hugh Low è stato il primo a fare una scalata documentata, nel 1851; Low però non arrivò mai in cima e descrisse il monte come «inaccessibile, tranne che per i volatili». Oggi il Borneo è più facile da esplorare e il Monte Kinabalu è una delle aree naturali più visitate della Malesia e del Sud Est Asiatico, attirando esperti di roccia da tutto il mondo. In questo caso mentre per Sir Low si trattava di una spedizione imperiale britannica oggi grazie alla facilità con cui reperiamo voli su internet e alla possibilità di connessione che abbiamo con le agenzie turistiche locali possiamo organizzare la nostra spedizione privata senza la necessità di un’approvazione da parte del British Museum.
La tecnologia in questo caso ha ovviamente facilitato il tutto, oltre all’uso dei computer e internet dobbiamo pensare anche al costo molto più basso che hanno farmaci contro le malattie tropicali (malaria, febbre gialla ecc.) e all’attrezzatura da campeggio. Mentre la camicia di Sir Low e la vostra sono rimaste pressoché identiche (a meno che non ne indossiate una di fibra tecnica) l’equipaggiamento delle tende, delle scarpe e delle stoviglie di plastica con cui viaggiate sono state una bella rivoluzione rispetto ai tempi dei primi esploratori.
DIVING TRA DUE PLACCHE TETTONICHE: SILFRA (ISLANDA)
Nella faglia di Silfra, in Islanda, si trova l’acqua più trasparente al mondo. Qui ci si immerge nel punto esatto in cui le placche tettoniche dei continenti Euroasiatico e Americano si dividono: il mare è incredibilmente cristallino e glaciale visto che tutto l’anno la temperatura si aggira introno ai 2 e 4 gradi e si può vedere fino a 100 metri di profondità. Il punto d’immersione più affascinante è la così detta “cattedrale”, una lunga fessura che può essere esplorata nella sua interezza.
L’esplorazione del mondo sommerso è in realtà una tecnica nata alla fine del XIX secolo che però restava appannaggio solo delle grandi imprese europee ed americane che le utilizzavano a scopi commerciali e fino alla metà del XXI secolo nessun “turista” si è avvicinato a questo tipo di pratica. Con gli anni Cinquanta e Sessanta ha iniziato a crescere di popolarità con l’avvento del turismo di massa soprattutto verso quelle aree tropicali dove l’esplorazione dei fondali non richiedeva particolari tute data la bassa profondità dei mari.
Con il passare del tempo e l’espansione dell’attività immersiva sono arrivate anche le prime mute a scopo turistico. Da qui il passo è stato breve, una maggiore protezione al freddo e un miglioramento dell’equipaggiamento hanno permesso di raggiungere profondità e latitudini sempre più impervie. Con centinaia di migliaia di appassionati in tutto il mondo lo scuba diving, questo è il termine esatto, rappresenta oggi uno dei più interessanti aspetti dell’esplorazione e del turismo dovuto totalmente alla tecnologia.
TRAVERSATA DELL’ATLANTICO IN BARCA A VELA
Ogni anno Marco, skipper di professione, terminata la stagione nel Mediterraneo attraversa l’Oceano Atlantico per arrivare ai Caraibi e proseguire la stagione invernale con crociere ai Caraibi.
Da qualche anno però offre una nuova opportunità ai suoi clienti la traversata dell’Oceano. La prima volta che ha attraversato l’oceano era il 1992 e per la navigazione usava il sestante, esattamente come cinquecento anni prima di lui aveva fatto Cristoforo Colombo. In pochi anni la rivoluzione tecnologica è avvenuta e adesso Marco grazie al GPS e a internet può scaricare carte meteo sempre aggiornate rendendo la navigazione molto più sicura e soprattutto a portata di turista. Mentre prima infatti era molto difficile pensare di imbarcare qualcuno a cui proporre a pagamento un progetto del genere, oggi grazie alla tecnologia anche un’impresa del genere diventa a portata di turista.
Di tutto il mondo del turismo, quello a vela è sicuramente quello che più ha vissuto la rivoluzione tecnologica, a partire dalla costruzione degli scafi con materiali sempre più leggeri e all’avanguardia, passando per la strumentazione di bordo dove computer, schermi piatti e internet hanno rivoluzionato la concezione della navigazione passando per l’uso di pannelli solari e generatori eolici, le barche a vela moderne rappresentano sempre di più la concezione di come il turismo abbia trasformato fenomeni d’élite in fenomeni sempre più massificati.
a cura di Mattia Coletto
Viaggiatore appassionato nasce nel secolo sbagliato.
Avrebbe voluto fare l’esploratore.