Antiproibizionismo

5 domande agli On. Farina, Civati e Ferraresi

5 domande agli On. Farina, Civati e Ferraresi                 Civati                 Ferraresi

Alla ripresa dei lavori parlamentari, con l’intento di dare subito un consistente impulso al dibattito, abbiamo posto 5 domande ai firmatari delle proposte di legge sulla legalizzazione della cannabis.

Intendete chiedere rettifica dell’errata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge Lorenzin? Senza una circolare di riferimento è probabile e sta accadendo che le FFOO continuino sulla vecchia strada, con denunce e arresti per piccolo possesso di cannabis. E siete consapevoli che nemmeno i Sert hanno ricevuto rettifiche e continuano a trattare le “dipendenze da cannabis” esattamente come se fosse ancora una “droga pesante”, e che quindi per i consumatori rischia di non cambiare nulla?

Farina: Alla metà di giugno abbiamo presentato sul punto che sollevate un’interpellanza urgente. Il governo ha risposto in aula tramite il sottosegretario Scalfarotto. Il Testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio 2014 non è formalmente sbagliato ma sostanzialmente incomprensibile per i non addetti ai lavori. Diverso è il discorso per la sezione Normativa del sito del Dipartimento delle politiche antidroga. Lì è più facile sospettare il dolo. Trovo grave che il Governo Renzi abbia non confermato il precedente dirigente, Dott. Serpelloni, senza tuttavia modificarne struttura e orientamenti. Il lavoro del Dipartimento in questi anni è stato pessimo, e uso un eufemismo. Va azzerato e riprogrammato totalmente oppure sciolto con riattribuzione delle funzioni ai ministeri competenti. Sulla sua attività ho presentato in questi mesi diverse altre interrogazioni.

Civati: Chiederemo chiarezza e insisteremo perché la dichiarata incostituzionalità della Fini-Giovanardi ci porti più lontano di quanto il governo non abbia saputo o voluto fare in questa prima occasione. L’opinione pubblica è pronta per un dibattito serio, che non si riduca alla difesa più o meno parziale di quello che c’è già ma che provi altre strade.

Ferraresi: Assolutamente sì. Credo che la questione sia palese, mi auspico che intervengano subito, in caso contrario ci faremo sentire. Colgo l’occasione per informare che abbiamo inoltre depositato una risoluzione e un’interrogazione per l’avviamento della produzione di cannabis ad uso terapeutico negli stabilimenti italiani. Attendiamo la risposta del Sottosegretario.

La nuova formulazione dello spaccio di lieve entità, reintroduce l’infelice equiparazione tra droghe pesanti e cannabis, prevedendo una pena che va da 1 a 4 anni per tutti i tipi di sostanze, nonostante la dichiarata incostituzionalità della Fini-Giovanardi. Considerando che l’accusa di spaccio di lieve entità è la più ricorrente tra i consumatori di cannabis, ed è la causa di maggiore detenzione penale, come pensate di risolvere la contraddizione che si è creata, con il piano svuota-carceri?

Farina: Il nuovo comma 5 dell’art 73 del T.U. è una sciagurata mediazione della maggioranza di governo. E risponde alla volontà del Ministro Lorenzin e del Nuovo Centrodestra. Ricordo che l’intero decreto Lorenzin era inizialmente un tentativo di far rivivere la criminogena legge Fini-Giovanardi. Il tentativo non è riuscito ma il nuovo comma 5 è la firma di quella cultura dura a morire nonostante i fallimenti spaventosi che ha prodotto. Sono convinto che in futuro dovremo cambiare di nuovo.

Civati: Ci vuole un’azione di sistema, non un continuo “andare e venire” sulla questione, negando la legalizzazione della cannabis e continuando ad agire attraverso strumenti episodici come gli svuota-carceri.

Ferraresi: Come M5S abbiamo sollevato subito il problema in modo forte e chiaro in Commissione già al momento dell’annuncio da parte del Sottosegretario Costa di questo emendamento folle. Abbiamo continuato la battaglia con emendamenti e con interventi, purtroppo non c’è stato nulla da fare. Porteremo avanti la necessità di ritornare alla differenziazione anche per i fatti di lieve entità.

Negli ultimi 8 anni abbiamo visto il DPA trasformarsi da organismo scientifico in strumento di propaganda al servizio della Fini-Giovanardi. Ora che la legge è stata abrogata e in virtù della nuova nomina a capo dipartimentale della dott.ssa De Rose, pensate che il DPA possa tornare alle funzioni che realmente gli competono, senza interferire ulteriormente con le pregiudiziali ideologiche che hanno caratterizzato fino ad oggi il suo operato? E quali controlli può esercitare il parlamento in merito?

Farina: Sugli errori e la funzione del Dipartimento ho detto precedentemente. Posso aggiungere che la nomina della Dott.ssa De Rose alla sua guida sarà oggetto di attenta valutazione. E di una richiesta di audizione quando verrà ufficializzata. Cosa che al momento non è ancora, a mia conoscenza, accaduto. Diciamo che vista la storia recente della struttura non sono particolarmente ottimista per quel cambiamento radicale che occorrerebbe.

Civati: Dopo la gestione Serpelloni tutti coloro che lavorano per l’antidroga devono essere al di sopra di ogni politica e ideologia, basandosi solo sull’analisi scientifica e su una seria verifica costi-benefici delle azioni di contrasto e di sanzione.

Ferraresi: Abbiamo forti dubbi, non ci si può attendere nulla di buono quando in questo paese le nomine prescindono dal merito. È il caso della De Rose che da una prima ricerca non sembra avere le caratteristiche per ricoprire un ruolo così delicato. Infatti la sua nomina sembra più il frutto di un accordo politico che di una valutazione di merito. Come M5S riteniamo che le nomine debbano sempre essere sottoposte a procedimenti trasparenti, con valutazione dei curriculum che devono essere resi pubblici.

Quali tempi possono essere ipotizzati affinché possa essere ripreso seriamente il discorso sulla regolamentazione della coltivazione per uso personale e arrivare ad una discussione parlamentare, con un testo unico condiviso dalle forze politiche che hanno presentato una proposta di legge in materia?

Farina: Con l’approvazione del decreto Lorenzin la maggioranza di governo ritiene di aver esaurito la propria azione in materia. E infatti i testi in discussione in Commissione Giustizia della Camera sono al momento bloccati. Ho intenzione di provare a sbloccarli attraverso la proposta di un testo unificato. Per farlo ho bisogno che anche M5s depositi il suo testo annunciato a dicembre 2013 ma non ancora ufficializzato. A quel punto vedremo se esiste una maggioranza trasversale e ogni forza politica si assumerà le sue responsabilità. Circa i contenuti va premesso che tutti i testi presentati sono di fatto superati dalle modifiche intervenute e il testo unificato dovrà tenerne conto. La non punibilità della coltivazione ad uso personale è certamente la più importante.

Civati: Questa è una legislatura complicata, perché la maggioranza di governo è molto divisa e in generale tiepida sull’argomento. È nostro impegno porre il problema fin da ora, attraverso le proposte di legge che sono state depositate.

Ferraresi: Abbiamo attivato un percorso partecipato per la stesura di una legge che abbiamo depositato, purtroppo le cose nel frattempo sono mutate varie volte e quindi è stato necessario intervenire con modifiche di merito. L’indefinitezza ha di fatto creato problemi giudiziari ai coltivatori e consumatori in questi anni, nonché ad uno sperpero ingiustificato di risorse da parte della magistratura e delle forze dell’ordine, gli unici favoriti da questa situazione sono stati i membri delle organizzazioni criminali. Il problema in questo caso non sono le tempistiche, ma la condivisione del provvedimento da parte di una maggioranza parlamentare che di fatto ora non esiste, lavoreremo a questo consapevoli delle difficoltà che incontreremo.

Abbiamo seguito l’evolversi dell’interesse sul tema della coltivazione domestica innescato dalla proposta dell’on. Farina, alla quale sono seguite quella dell’on. Civati e quella dell’on. Ferraresi, ma come consumatori ancora non ci riteniamo soddisfatti. Sareste disponibili ad un tavolo di confronto con la nostra Associazione per chiarire alcuni punti fondamentali volti a garantire la sicurezza del coltivatore/consumatore?

Farina: Sicuramente sì e quanto alle forme il dibattito è aperto e credo che, entro limiti dati, la coltivazione per uso personale debba essere esente da tassazione o autorizzazione. Quel certo numero di piante deve essere un diritto del cittadino, che dovrà rimanere anche quando lo Stato deciderà di regolamentare il mercato.

Civati: Certamente sì, anzi con i nostri tecnici auspichiamo un confronto, perché le proposte presentate trovino una composizione e siano oggetto di azione comune tra i gruppi.

Ferraresi: Siamo sempre favorevoli al confronto al quale non ci siamo mai sottratti accettando anche le critiche che riteniamo indispensabili. Abbiamo partecipato a tutti i tavoli a cui siamo stati invitati, saremo quindi disponibili anche per poter spiegare quei concetti difficilmente esplicabili con i nostri interventi via web che possono generare incomprensioni.

Team Ascia

 



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