31 milioni di dollari dalle tasse della cannabis per aiutare le persone danneggiate dal proibizionismo
Accade in Illinois, dove 31 milioni di dollari ottenuti dalle tasse della cannabis legale, il 25% del totale, saranno utilizzati per operazioni di “giustizia riparativa”, portando avanti l’impegno dello stato ad attuare le necessarie riforme per la giustizia sociale post legalizzazione.
Il programma si chiama Restore, Reinvest, and Renew (R3), è finanziato dal gettito fiscale della cannabis e offrirà sovvenzioni alle comunità e agli individui colpiti in modo sproporzionato dalla “guerra alla droga”.
Tutto ciò succede perché nel primo paese Usa che ha legalizzato l’uso ricreativo della cannabis con una legge, invece che tramite referendum, il mercato legale si è rivelato un enorme successo, e anche la recente epidemia di coronavirus non ha rallentato le vendite.
“Stiamo cercando nelle comunità proposte di programmi e strategie per affrontare al meglio le loro esigenze e le loro sfide”, spiega Jason Stamps, che attualmente è il direttore del Criminal Justice Information Authority dell’Illinois: “L’attenzione è stata concentrata a livello di comunità, e il programma inizierà a colmare le lacune nelle aree più colpite dalla violenza delle armi, dalla disoccupazione e dall’abuso del sistema giudiziario penale”.
In che modo? Offrendo sovvenzioni alle organizzazioni che lavorano per ridurre la violenza con le armi, migliorare i servizi di “rientro” dal sistema giudiziario penale, offrire assistenza legale, o per sostenere la salute della comunità e lo sviluppo dei giovani. Il programma accetterà le domande per queste sovvenzioni fino al 20 luglio.
“Il programma R3 è un passo fondamentale per riparare i danni causati dalla fallita guerra alla droga e da decenni di disinvestimenti economici”, ha spiegato la governatrice Juliana Stratton, sottolineando che: “L’equità è uno dei valori fondamentali dell’amministrazione, e ci stiamo assicurando che i finanziamenti statali raggiungano le organizzazioni che svolgono un lavoro critico nei quartieri più colpiti dalla guerra alla droga”.