Prima regola del (cannabis social) club: non si parla del club!
“Quello che vedete in foto è l’ingresso di uno dei principali Cannabis social club di Siviglia, non c’è nessuna insegna fuori, né si trova l’indirizzo su internet. Insieme a Giulia, che utilizza la cannabis per motivi terapeutici, abbiamo provato a capire come funziona in Andalusia.
Solo riuscire a trovare un club non è stato semplice e, quando finalmente abbiamo suonato il campanello giusto, alla ragazza seduta dietro la scrivania di una piccola anticamera abbiamo chiesto:
«Ci può spiegare come funziona il club?»
Panico nella sua espressione: «Possono entrare solo i soci, residenti qui, e si può entrare solo se un socio ti invita».
«Ci può dire almeno quando è nato il club e quanti soci avete?»
«Mi dispiace ma non posso darvi questo tipo di informazione»
«Ah…! Ci può allora spiegare come funziona il club per la legge spagnola?»
«Non posso dare queste informazioni, è una regola del club, siamo soggetti a molti controlli»
Ed in effetti era vero, perché quando siamo tornati qualche giorno dopo, abbiamo trovato >due agenti all’ingresso che stavano facendo un controllo. Quello che abbiamo capito è che in Spagna la situazione legale della cannabis è complicata e paradossale: è illegale coltivare la cannabis, ma non per i soci di un club; viene consumata e venduta quasi ovunque, ma solo il consumo e la coltivazione tra le mura di casa sono “tollerati”.
Di certo la Spagna si sta avviando ad una legalizzazione del consumo e della vendita, ma siamo sicuri che questo si accompagni ad un reale cambiamento culturale nei confronti di questa sostanza, a partire dalla comprensione dei suoi benefici per la salute? Oppure semplicemente i consumatori non saranno più perseguiti legalmente, ma dovranno continuare a nascondersi, compresi quelli che fanno uso terapeutico, per evitare il giudizio sociale e le possibili ripercussioni in altri ambiti della loro vita?”
Giulia e Matteo da Firenze