2ª Festa Parmigiana Antiproibizionista
“Se non ci fossero manifestazioni, canapai o feste come quella di Parma, sarebbe difficile uscire allo scoperto! L’antiproibizionismo militante si fa tra le persone e non chiusi tra le pareti di un grigio ufficio.” (Rouge)
Venerdì 8 settembre 2006
Piove che Dio la manda! Anna e Stefania, nelle loro magliette estive, si guardano smarrite: il lavoro di mesi a rischio fallimento e altri corrono sotto il diluvio a tappare le falle che si aprono nell’organizzazione. I ragazzi di BIO BIZZ, guardano perplessi il temporale: “mai visto niente di simile: in Olanda non piove mai in questo modo” – il giorno dopo l’Amministrazione Provinciale chiederà lo stato di calamità naturale.
Teniamo botta: il convegno antiproibizionista viene organizzato ugualmente. Senza amplificazione, gli ascoltatori costretti al più assoluto silenzio: c’è una legge orrenda da cancellare, c’è una nuova politica da pensare, c’è una sensibilità sociale da stimolare. Intanto ha smesso di piovere ed inizia ad arrivare gente. Alla spicciolata e appena accortisi che tutto funziona ecco che senti dire che si, è aperto, la festa si fa, e dai vieni ti aspettiamo, noi siamo già qui. E si comincia a mangiare, a bere, e la griglia, che i cucinieri di Rifondazione hanno miracolosamente tenuto accesa sotto il diluvio, sforna piatti e tra i tavoli senti parlare di antiproibizionismo, di coltivazione, di musica e di tutta quella cultura che in questa democratica repubblica è un reato.
Con discrezione e tranquillità tutti iniziano a rollare. Al “Qui Si Beve” si serve parmigiano, prosciutto e lambrusco, Smile Jamaica serve rum e La Bottega Del Rosso è piena di gente a scegliere il chilum da portare a casa o da aggiungere alla propria collezione. Poco lontano il Web and Wine serve vini dal Sud del Mondo. In bicchieri rigorosamente di vetro. La serata scivola via tranquilla con l’augurio che ciascuno fa a sé ed agli altri che l’indomani ci sia bel tempo.
Sabato 09 settembre 2006
Oggi c’è il sole, caldo. Il temporale ha lasciato fango ovunque. Spazziamo, puliamo ed intanto cominciano ad arrivare gruppi di ragazzi per il campeggio. Arrivano dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Toscana, dalla Lombardia. Con il pomeriggio arrivano i primi visitatori. Evidentemente la campagna terroristica che le destre hanno inscenato nei giorni precedenti, adeguatamente pompata dalla stampa locale, non ha ottenuto gli effetti sperati, anche se molti non sono venuti alla festa “per paura di essere riconosciuti”. Intanto i tamburi suonano e capannelli di ragazzi circondano i giocolieri e i mangiafuoco.
Allo stand della Tiaccaci Produzioni molti sono in coda per compilare un questionario sull’uso e soprattutto sulla coltivazione della cannabis. Un fenomeno con il quale la classe politica dovrà fare i conti. La gente continua ad arrivare, saranno 4000 a fine giornata, e qualcuno si incontra e si riconosce e sono abbracci, sorrisi, strette di mani. Si respira aria di libertà, di coscienza di sé e degli altri, di autodeterminazione.
La musica sale. Brusco e Villa Ada pompano che è un piacere. Tutti ballano, cantano: “erba libera” quasi un mantra, declinato in ogni modo e ad ogni ritmo. Il fragore dei fuochi d’artificio scuote la vallata: intorno all’una di notte Luca del Canapaio Ducale, nume tutelare della festa, ci regala questa sorpresa. La festa, adesso, è ufficialmente finita, ma sono in molti ad arrivare proprio ora. Resteranno fino al mattino.
Foto e Video della manifestazione su www.enjoint.com