100 street artist a Parigi per dipingere un intero palazzo prima che venga distrutto
Un’anonima struttura degli anni ’50 ormai svuotata e intrisa solo di ricordi, un classico del grigiore che ti punta gli occhi addosso nelle città di tutto il mondo dove fino a poco tempo fa centinaia di persone vivevano la loro quotidianità, è stata trasformata da 102 artisti provenienti da 16 nazioni in una galleria d’arte di strada a cielo aperto. Succede a Parigi, 13esimo arrondissement, dove non solo i muri, ma anche pavimenti, soffitti e arredi di quella che è stata ribattezzata la Tour Paris 13, un palazzone di 9 piani adagiato sulla Senna e destinato alla demolizione, sono stati trasformati in un laboratorio artistico in continuo divenire.
L’idea di un progetto del genere era già da tempo nella mente dell’organizzatore, Mehdi Ben Cheikh, della Galerie Itinerrance, ma irrealizzabile per questioni di budget. Quando la Mairie del 13° arrondissement di Parigi ha deciso di far demolire l’immobile per costruirne uno più moderno, il pensiero di realizzarlo a iniziato a prendere corpo. “Ho voluto portare il meglio della scena della street art a Parigi, perché torni a essere la capitale dell’avanguardia, come era prima della seconda guerra mondiale” ha spiegato Mehdi Ben Cheikh, parlando di: “Un sogno si avvera. Passo il mio tempo con il naso all’insù per rinnovare la bellezza di vecchi muri decrepiti”, racconta. “Così, quando mi hanno detto del destino di questo palazzo, mi è sembrato naturale sponsorizzare questa mostra: l’arte di strada, infatti, ha un’incredibile energia creativa e persino politica“.
Nei 36 appartamenti di 4 o 5 stanze, per un totale di 4500 mq, hanno trovato spazio ben 15 rappresentati dell’arte di strada made in Italy che hanno potuto dare forma alle loro ispirazioni nei 4 appartamenti che compongono il terzo piano dell’edificio, mentre alla street artist MP5 è stata assegnata la prima stanza del primo piano: un omaggio agli artisti italiani che a livello internazionale non hanno nulla da invidiare a nessuno. Della selezione degli artisti si è occupata Le Grand Jeu, agenzia parigina diretta dall’italiano Christian Omodeo e specializzata nella curatela di progetti di street art a livello europeo, che ha cercato di rendere l’idea del variegato panorama nazionale portando, oltre alla già citata MP5, 108, Agostino Iacurci, Awer, Dado, Etnik, Hogre, Hopnn, JBRock, Joys, Moneyless, Orticanoodles, Peeta, Senso e Tellas.
Ci sono voluti mesi perché il progetto arrivasse a compimento, ma non avrà vita lunga, visto che verrà demolito a breve. Dopo l’apertura al pubblico (dal primo al 31 di ottobre) la torre potrà essere visitata in ogni suo angolo, sia fisicamente, che virtualmente, attraverso il sito web e un’applicazione dedicata, con la possibilità di seguire gli artisti all’opera attraverso foto, testi, video e registrazioni sonore. Dal primo di novembre, il palazzo sarà chiuso al pubblico, ma per dieci giorni sarà ancora possibile accedere virtualmente, con la possibilità di scegliere quali opere “salvare”.
Quello che rende un progetto di per sé già molto ambizioso quasi un atto rivoluzionario, è il fatto che sopravviverà, online, solo ciò che la gente vorrà. D’altronde è la natura stessa della street art quella di creare opere effimere, che vivono in balia del ghiribizzo di un consigliere comunale o di una ditta di ristrutturazioni o di un architetto. L’idea, il sangue e l’anima di un artista concretizzate sul muro, cancellate per sempre da una mano di bianco inesorabile. Ed è bello pensare che, nonostante le ruspe, qualcosa di questa Torre continuerà ad esistere in un luogo ideale, a metà tra un mausoleo e una mostra perenne, dove nessun imbianchino, per quanto sia lungo il suo rullo, potrà mai arrivare.
Hopnn
Peeta
Senso
Orticanoodles
Moneyless
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Mario Catania