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Le 10 peggiori bufale sulla cannabis che abbiamo smontato in questi anni

Le 10 peggiori bufale sulla cannabis che abbiamo smontato in questi anniLe fake news sulla cannabis sono molto più vecchie dell’invenzione stessa del termine fake news: le prime risalgono a più di un secolo fa, quando, all’inizio del 1900, iniziò la campagna, mai finita, di criminalizzazione di questa pianta. Anzi, a dirla tutta, le bugie e le falsità sulla cannabis sono la base sulla quale la maggioranza delle persone che conosciamo si sono costruite un’immagine distorta dei suoi effetti e di ciò che rappresenta. 
Sono anni che, almeno a quelle più evidenti, rispondiamo con un contro-articolo: ce ne siamo sempre sentiti la responsabilità, pensando che fosse un dovere quello di cercare di ristabilire un minimo di corretta informazione, anche se la battaglia è impari. Nonostante questo, crediamo sia sempre meglio fare ciò che si ritiene giusto, e quindi andremo avanti a farlo, con la “schiena dritta”, come dicono i giornalisti importanti, la testa alta e soprattutto, libera. Sul nostro sito potete consultare il nostro archivio nella categoria “Bufale e disinformazione”, una bella raccolta delle più grandi mistificazioni sulla cannabis a opera della stampa italiana, cartacea e televisiva.

1. «Il fumo crea gli stessi danni del tabacco, ma più in fretta», l’ultima bufala di RepubblicaTitolo sensazionalistico (e acchiappaclick) e pessima informazione. Avevamo riassunto così l’articolo apparso a giugno 2020 su Repubblica.it che raccontava, male, uno studio italiano pubblicato a marzo sulla rivista scientifica Plos One. Nell’attacco del pezzo viene ribadito ciò che era stato riassunto nel titolo: «Il fumo di cannabis crea danni polmonari simili a quelli provocati dal tabacco, ma in un tempo decisamente inferiore». Solo che, in tutto lo studio scientifico, non c’è una singola parte in cui i ricercatori abbiano fatto un’affermazione simile.

2. Il Corriere trasforma un documento contro l’abuso di sostanze in uno spot anti-cannabis
Il Corriere.it ha preso un documento pubblicato dal NIDA, il National Institute for Drug Abuse americano, che dava delle avvertenze sui possibili rischi del Coronavirus per chi fa abuso di sostanze, e con una incredibile operazione di maquillage e disinformazione lo trasforma in un articolo contro la cannabis. «Fumi marijuana? Considera di smettere (anche per Covid)» è il titolo capolavoro dell’articolo (aprile 2020).
Insomma, un documento che metteva in allerta chi fa abuso di sostanze come tabacco, marijuana, oppio e metanfetamina, e le potenziali correlazioni con il Covid-19, è stato trasformato in un testo contro la cannabis.

3. «Super spinelli» al TG5: il terrorismo mediatico continua
Su Canale 5 il 14 gennaio 2020 è andato in onda, ad ora di pranzo, l’ennesimo servizio terroristico dal titolo «Super spinelli». Dopo 15 secondi iniziali accettabili, nei quali si parla del dibattito tra i sostenitori e i contrari alla legalizzazione, il giornalista dichiara che in Italia circolano prodotti che «gli esperti non esitano a definire bombe tossiche».
La colpa, ancora una volta, viene data al THC e all’aumento delle sue percentuali che, secondo il servizio, è 30 volte più potente rispetto a quello contenuto in hashish e marijuana fumata negli anni 70.

4. «Con la cannabis legale aumentano i problemi sanitari»: tutte le bufale che Avvenire è riuscito a infilare in un solo articolo
In questo articolo pubblicato online da Avvenire nel dicembre 2019, ci sono tutti i soliti cliché sulla cannabis, conditi da vera e propria disinformazione. Il giornalista arriva a dire che: «Crollano i miti della cannabis cosiddetta medicinale» e «crollano anche i miti dei derivati ‘alimentari’ della cannabis», il tutto senza uno straccio di dato. Si parte subito con un’incredibile rivelazione: mentre da tutto il mondo arrivano i dati positivi relativi alla legalizzazione, ai suoi effetti economici e a quelli sociali, secondo l’autore dell’articolo, legalizzare è controproducente. Avanti così.

5. La stampa italiana e l’ennesima morte da cannabis che non lo era 
«19enne stroncato dopo la canna, denunciati i 3 amici minorenni», ha titolato Il Gazzettino nell’ottobre 2019 per dare la notizia.  O addirittura, nell’edizione online, si è spinto anche oltre, scrivendo «Morto per lo spinello». Naturalmente non era vero. Quello che era successo è che un ragazzo di 19 anni, con problemi cardiaci, dopo aver fumato insieme agli amici, cadde per terra sbattendo violentemente la testa e arrivando in pronto soccorso in condizioni molto gravi. Un articolo che fa il paio con quello del Corriere Adriatico del 2 gennaio 2016, dal titolo «Overdose da hashish, giovane in coma», altra bugia.

6. Dolci alla cannabis: la disinformazione del Corriere della Sera
Siamo ad aprile 2019 e il Corriere della Sera, nell’edizione cartacea pubblica un articolo dal titolo «Mangiare dolci alla cannabis è più pericoloso che fumarla». Qui l’autore dell’articolo confonde gli edibles americani, cibi di vario tipo con differente contenuto di THC, con la canapa alimentare italiana, che deriva invece dal seme di canapa, ha moltissime doti alimentari e nutrizionali e non ha effetti stupefacenti.

7. Smontiamo le bufale sulla cannabis de Il Sole 24 Ore
Ci sarebbe addirittura lo zampino del Diavolo, dietro a giornalisti, medici, commercianti e politici che sostengono la legalizzazione della cannabis. E la rivelazione, è proprio il caso di dirlo, non è stata fatta a un prelato, a un mistico o a un veggente, ma al professor Arnaldo Benini, che l’ha raccontata in un articolo surreale, proprio su Il Sole 24 Ore nel febbraio 2019. Partendo dal presupposto che secondo lui la cannabis non è innocua, arriva a dire che la legalizzazione va respinta, citando per sostenere la sua tesi uno studio del 1914 a cura di un medico «che curava drogati in India e riferì di una forma di malattia mentale dall’uso eccessivo delle droghe della cannabis». Livelli altissimi.

8. Nuova droga per il super sballo: la stampa italiana alla scoperta degli estratti di cannabis
«Una nuova droga»
per «il super sballo», titola l’articolo del 29 gennaio 2018 della Gazzetta di Mantova. Peccato che il ragazzo sia stato segnalato alla prefettura per il possesso di meno di un grammo di cannabis e di uno 0,1 di wax: una notizia di cui non avrebbe parlato nessuno, se nel titolo dell’articolo non fosse stata presente l’espressione «La nuova droga per il super sballo»: un nuovo giornalismo per una super disinformazione.

9. La disinformazione sulla cannabis sbarca in prima serata a “Le Iene”
Evidentemente, come scrivevamo nel maggio 2017, siamo nel solco delle peggiori “inchieste chiuse”, quelle cioè dove il montaggio e la scelta di ogni intervistato sono studiate ad arte per confermare una tesi preconfezionata, in questo caso quella che la cannabis che gira al giorno d’oggi è pericolosa e assimilabile alle droghe pesanti.
Il colpo di teatro finale è l’intervista alla povera ragazza ex dipendente da marijuana, che spiega come andando in comunità si sia resa conto che i suoi sintomi erano gli stessi che subivano gli eroinomani, perché «la marijuana che gira oggi giorno rende psicotiche le persone».

10. La peggior puntata televisiva di sempre sul tema cannabis la manda in onda “AnnoUno” (La7)
Era il maggio del 2014 quando “AnnoUno” mandò in onda uno speciale sulla cannabis. Triste dirlo, ma la trasmissione di “AnnoUno” su La7 non solo non ha informato i cittadini, ma li ha totalmente disinformati e confusi. La discussione si è come sempre trasformata nell’italica caciara, in questo caso con un pizzico di conflitto generazionale che tira sempre, invece di usare competenze giornalistiche per sintetizzare e mostrare i risultati degli studi medici, biochimici e sociali compiuti negli ultimi quarant’anni.

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