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10 motivi per legalizzare la Cannabis in Italia

Di motivi, per legalizzare la Cannabis, ce ne sarebbero centinaia. In questo articolo e abbiamo riassunto i 10 più importanti (versione video in fondo al testo).

10 motivi per legalizzare la Cannabis in Italia

  1. Andare oltre al fallimentare proibizionismo
    Il proibizionismo ha fallito, non solo nei confronti della cannabis, ma proprio come impostazione in sé. L’esempio più lampante è il proibizionismo americano nei confronti dell’alcol. Secondo l’enciclopedia Treccani, in soli 13 anni di proibizionismo, “crebbero il contrabbando, il trasporto abusivo e la produzione illegale di liquori, consumati poi in una fitta rete di locali clandestini. Per il controllo di questi traffici si affrontarono violentemente bande rivali di malviventi”. Quello nei confronti della cannabis dura da quasi un secolo. Ed oggi l’America, dopo averlo “inventato” ed esportato in tutto il mondo, è in prima linea per legalizzare.
    L’Italia, nonostante la repressione, rimane il secondo Paese europeo per consumo di cannabis (dietro solo alla Francia) e questo significa che vietare la cannabis non sortisce alcun effetto benefico in termini di riduzione del consumo.

 

  1. Togliere una grossa fetta di guadagno a mafie e criminalità
    Secondo la stima economica che arriva da un nuovo studio dell’Università di Messina, la legalizzazionedella cannabis nel nostro paese potrebbe valere la bellezza di oltre 10 miliardi di eurodi fatturato annuo con un gettito fiscale di oltre 3 miliardi di euro. Un mercato che ad oggi, in Italia e in tutti i Paesi in cui viene mantenuta illegale, è monopolio della criminalità organizzata. Secondo il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, legalizzare la cannabis servirebbe a “sottrarre terreno al traffico internazionale e avrebbe il vantaggio di far concentrare la fase investigativa sul livello alto delle organizzazioni criminali e sulla filiera economica che ne deriva”.

 

  1. Creare una marea di nuovi posti di lavoro
    La cannabis è il business del futuro, e lo sanno bene i Paesi che hanno iniziato ad implementare forme di legalizzazione. La cannabis legale negli Stati Uniti si conferma come un volano perfetto per la creazione di nuovi posti di lavoro, che sono aumentati del 32% nel 2020, nonostante il Covid-19, portando il totale dei lavori a tempo pieno correlati al settore a 321mila. In quattro anni, la crescita dei posti di lavoro nell’industria della cannabis è aumentata del 161%. Per fare un esempio, uno dei settori che crescerà di più in Usa sarà quello dei tecnici per le turbine eoliche, con una previsione del 61% nei prossimi 10 anni. La cannabis ha fatto molto meglio e in meno della metà del tempo.
    In Italia, con la disoccupazione giovanile che continua a crescere, con il sole, le capacità dei nostri agricoltori e il recupero dei terreni incolti, potrebbe essere il volano per una ripresa economica che la nostra politica oggi non riesce a dare al Paese.

 

  1. Rilanciare il made in Italy e tutto il settore agroalimentare
    In Italia abbiamo le condizioni ideali, dal nord a sud della penisola, per poterla coltivare. È per questo motivo che fino agli anni ’30 del secolo scorso eravamo i secondi produttori per quantità, ed i primi per qualità a livello mondiale. Un primato che potremmo facilmente recuperare se le istituzioni capissero finalmente il valore di questa coltivazione e dessero finalmente delle regole certe ad agricoltori e imprenditori. Già oggi le attenzioni internazionali sono focalizzate sul nostro paese per la potenzialità che il binomio made in Italy e cannabis avrebbe in tutto il mondo.

 

  1. Tutelare veramente giovani, pazienti e consumatori
    Se il punto fosse davvero quello di tutelare la salute dei nostri giovani, allora dovremmo essere tutti d’accordo nel voler legalizzare. Per almeno due motivi: il primo riguarda i controlli sul prodotto, che potrebbero essere effettuati solo all’interno di una filiera legale puntando alla salubrità e alla qualità, al pari di ciò che accade oggi nell’agroalimentare o nei confronti di sostanze come il tabacco. Il secondo riguarda l’approvvigionamento: è evidente che se la cannabis fosse venduta esclusivamente per canali legali, i minorenni farebbero molta più fatica ad avere accesso al prodotto, al contrario di ciò che accade oggi.

 

  1. Liberare carceri e forze dell’ordine
    In questi giorni il report del Consiglio d’Europa ha pubblicato il nuovo rapporto “Space” (Statistiche penali annuali Consiglio d’Europa), che ha reso evidente che le nostre carceri sono le peggiori d’Europa a causa del sovraffollamento, con dati che, tra le altre cose, dicono che, in media, ci sono 120 detenuti per 100 posti disponibili.
    In generale riguardano la cannabis il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei sequestri e il 48% di tutte le denunce alle autorità giudiziarie. Il 30% rispetto al totale degli ingressi in carcere avviene per violazione del testo unico sugli stupefacenti. Legalizzare la cannabis contribuirebbe innanzitutto a “liberare” le forze dell’ordine, che potrebbero concentrarsi sui veri crimini, e poi a svuotare le carceri.
    Uno studio del 2018 curato da un gruppo di ricerca indipendente della Washington State University ha infatti analizzato i dati statistici sui crimini dell’FBI per scoprire che non c’è stato: “Nessun effetto negativo della legalizzazione sulla risoluzione dei reati”, anzi: “Le prove suggeriscono che le statistiche riguardo ai crimini sono migliorate”.
    Ovviamente dopo che la cannabis è diventata legale, sono diminuiti gli arresti per possesso e spaccio. I numeri in questo campo sono sorprendenti: nello stato di Washington già nel primo anno di legalizzazione gli arresti per cannabis sono diminuiti del 98% (da oltre 5000 ad appena 112), in Colorado di oltre il 50%.
    Di più: calerebbero le spese per le forze dell’ordine, magistratura e sistema carcerario. Per questa attività si stima un risparmio nel nostro Paese di 600 milioni di euro l’anno.

 

  1. Agevolare la ricerca scientifica
    Se da una parte la cannabis è una delle piante più studiate nella storia, che ha visto nel 2020 il record di studi scientifici effettuati, dall’altra c’è bisogno di più ricerca per capire a fondo il funzionamento del sistema endocannabiniode e per studiare genetiche sviluppate ad hoc per trattare determinate patologie. Per far questo c’è bisogno di investimenti pubblici e privati, che sicuramente sarebbero stimolati dalla legalizzazione, a maggior ragione dopo che l’Onu ne ha riconosciuto ufficialmente le proprietà mediche dopo quasi 60 anni di bugie.
  2. Beneficiare di enormi vantaggi sociali
    I benefici indirettiprincipali si riscontrano a livello sociale: le entrate provenienti dalla cannabis legale hanno permesso agli stati di inaugurare nuovi progetti e di potenziare le attività di informazione e monitoraggio sulle droghe. Il Colorado con i proventi della marijuana ha elargitoborse di studio agli studenti, pianificato la costruzione di nuove case popolari per i senzatetto e aumentato i fondi a disposizione delle scuole pubbliche. Stesso atteggiamento in Illinois, dove le tasse provenienti dalla cannabis garantiscono più di 850mila dollari l’anno per le scuole del Paese.
    Negli stati dove la cannabis per uso ricreativo o medico è legalizzata le morti per overdose causate dagli oppiacei diminuiscono fino al 35%. Questa la scoperta della rivista Economic Inquiry che in uno studio del 2019 ha fatto il punto sull’accesso alla cannabis legale negli Stati Uniti.
    Secondo un nuovo studio pubblicato dal National Bureau of Economic Research, la legalizzazione della cannabis è associata ad un aumento della produttività della forza lavoro e alla diminuzione degli infortuni sul lavoro.

 

  1. Ripulire e risanare il pianeta terra
    La cannabis legale contribuisce a creare una nuova economiaecologica e compatibile. La legalizzazione sblocca risorse importanti che contribuiscono a finanziare progetti per lo studio e l’utilizzo della canapa industriale, che può essere una risorsa chiave in ottica futura. È una pianta annuale che potrebbe sostituire risorse fossili e minerarie e far diminuire il consumo dei derivati del petrolio. La canapa potrebbe essere infatti utilizzata per creare plastiche biodegradabili, invertendo la tendenza della plastica tradizionale, biocombustibili green, per creare carta e invertire la tendenza della deforestazione, per sostituire la produzione del cotone che è una delle coltivazioni più inquinanti del pianeta, per la bioedilizia, che sarebbe carbon negative e quindi toglierebbe più CO2 di quella che viene immessa al contrario di ciò che accade con l’edilizia tradizionale, oltre che per ripulire il pianeta grazie alle sue doti di fitorimediazione.

 

  1. Farla finita con l’ipocrisia
    La cannabis è una sostanza naturale che accompagna l’umanità da migliaia di anni nei diversi campi di utilizzo. Le prime tracce di un utilizzo inebriante della pianta sembrano risalire a 2500 anni fa, e quel che è certo è che la cannabis non abbia mai causato un singolo morto nella storia. Il motivo è semplice: non esiste una dose letale. O meglio, esisterebbe anche, e l’aveva calcolata la DEA negli anni ’80: stabilendo in parole povere, che per morire un fumatore dovrebbe consumare dalle 20mila alle 40mila volte il dosaggio normalmente contenuto in una canna.

Di motivi, per legalizzare la Cannabis, ce ne sarebbero centinaia. Ma soprattutto, non ce n’è nemmeno uno per NON legalizzarla. E allora basta con i pregiudizi, con l’ignoranza e il proibizionismo. Adesso è arrivato il momento di legalizzare o meglio, liberare questa pianta una volta per tutte!

(con la collaborazione e il contributo di Mario Catania)



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