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Ddl Cannabis legale: le 10 cose da sapere in vista della discussione alla Camera

foglia-marijuana-cannabis (2)Il percorso della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis entra nel vivo in vista del 25 luglio, quando per la prima volta il tema della legalizzazione della cannabis approderà in Parlamento. Il momento attuale è stato preceduto da mesi di sedute, audizioni di esperti e discussioni sui testi di legge presentati all’interno delle Commissioni. Questi dieci punti servono a fissare lo stato delle cose e a capire a che punto siamo arrivati e cosa possiamo aspettarci nelle prossime settimane.

Fino ad oggi la proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis è stata analizzata dalle Commissioni parlamentari Giustizia e Affari Sociali. Dallo scorso autunno le Commissioni si sono riunite sei volte su questo tema, prima per discuterne, poi per le audizioni (cioè per ascoltare esperti sul tema invitati a parlare dai vari gruppi parlamentari, a questo link un resoconto) e infine per decidere quale proposta di legge adottare tra le tante che erano state presentate nel corso della legislatura. Dalla scorsa settimana il lavoro delle Commissioni ha avuto un’accelerazione: ieri alle 12 sono scaduti i termini entro cui i parlamentari dovevano presentare i propri emendamenti al testo (Area Popolare ne ha presentati ben 1300 per puro ostruzionismo), mentre oggi (20 luglio) e domani sono state fissate due nuove  convocazioni nelle quali gli emendamenti saranno discussi e votati.

  •  Quale proposta di legge è stata adottata?

Tra i vari testi che erano stati presentati le Commissioni hanno deciso di portare al vaglio la Pdl 3235, a prima firma di Roberto Giachetti (Partito Democratico). Si tratta di un testo che è stato redatto da vari gruppi parlamentari (inclusi M5S e Sel) facendo una sintesi di altri progetti presentati in passato. Il lavoro sulla stesura di questo testo è cominciato nel marzo 2015, quando il senatore Benedetto Della Vedova fondò l’intergruppo “Cannabis Legale”, cioè un’alleanza tra parlamentari e senatori di diversi partiti politici accomunati dal supporto alla legalizzazione della cannabis. Il testo prodotto dall’intergruppo è stato presentato il 15 luglio 2015.

  • Cosa prevede questa proposta di legge? 

La proposta di legge disciplina coltivazione, possesso e vendita di cannabis. Se approvata, ogni cittadino maggiorenne potrà coltivare, previa comunicazione ai Monopoli di stato, fino a cinque piante e inoltre detenere fino a 15 grammi di cannabis a domicilio e 5 grammi quando si trova fuori casa. È prevista inoltre la possibilità di formare Cannabis Social Club sul modello spagnolo: cioè associazioni di massimo 50 maggiorenni, ogni club potrà coltivare fino a 5 piante annue per associato e non deve aver alcuno scopo di lucro. Si prevede inoltre la vendita di cannabis al dettaglio: produzione e vendita saranno sottoposte al monopolio di stato e vigerà il divieto di importazione ed esportazione (a questo link tutti i dettagli sulla proposta di legge).

  • Quanti deputati sono pronti a votarla?

La proposta di legge è stata firmata da 221 parlamentari e da 73 senatori (a questo link l’elenco completo). Hanno aderito tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana, mentre per il Partito Democratico hanno firmato 83 deputati (su 301) e 29 senatori (su 113). Da altri gruppi parlamentari si sono verificate alcune adesioni, in particolare da Scelta Civica (7 parlamentari su 16 iscritti al gruppo) e in misura minore da Forza Italia (2 firmatari su 50 deputati, nessuno al Senato). Da parte degli altri gruppi parlamentari non si registrano adesioni.

  • Quali sono i partiti contrari alla legalizzazione? 

Tutti i partiti del centro e della destra sono contrari alla proposta di legge, ad eccezione di Scelta Civica. In particolare i partiti che maggiormente si stanno opponendo (con dichiarazioni e comunicati contro la legge) sono Alleanza Popolare (partito del Ministro Alfano), Fratelli d’Italia e Lega Nord. Il Partito Democratico invece, è diviso sulla proposta di legge. Se poco meno di 1/3 dei suoi deputati si sono espressi a favore, molti altri non hanno preso alcuna posizione in merito, mentre altri ancora (in particolare appartenenti alla corrente cattolica del partito) si sono espressi contrariamente. Nessuna presa di posizione ufficiale è giunta da Matteo Renzi, il quale si è limitato ad affermare che per il governo «la legalizzazione non è all’ordine del giorno».

  • Cosa succederà il 25 luglio?

Il prossimo lunedì 25 luglio la proposta di legge approderà ufficialmente al Parlamento e comincerà la discussione sul testo. Il passo successivo sarà dare un termine alla presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari e poi si procederà al voto che sarà su ogni singolo articolo del testo. La votazione, cioè, non si terrà sul testo complessivo, ma ogni articolo di legge potrà essere approvato o respinto. Lo stesso accadrà con gli emendamenti. Una procedura che rende probabile che, anche se la Camera dovesse approvare la legge, il testo che ne uscirebbe sarebbe profondamente diverso da quello presentato.

  • Con quali tempistiche si arriverà al voto?

Se alla Camera si procederà verso la calendarizzazione del voto è possibile che si arrivi al voto in autunno. Molto dipenderà però dal numero di emendamenti che verranno presentati. Se i partiti che avversano la legge decidessero, come già fatto nelle Commissioni, di fare ostruzionismo presentando migliaia di emendamenti al solo scopo rinviare il voto dell’aula i tempi si potrebbero dilatare di diverse settimane. Inoltre non è escluso che il Parlamento decida di rinviare il testo alle Commissioni per nuovi approfondimenti, altro fattore che potrebbe allungare i tempi. (a questo link un approfondimento sui passaggi necessari prima del voto)

  • Quante possibilità ci sono che la Camera approvi la legge?

Come dicevamo sono 221 parlamentari i parlamentari che hanno firmato la proposta di legge. La Camera è composta in totale da 630 deputati e la maggioranza è quindi fissata a 316 voti. Questo partendo da un presupposto irrealistico, cioè che tutti i parlamentari siano presenti il giorno delle votazioni. Così non è mai e non sarà neppure questa volta. Quindi l’asticella si abbasserà, ma ad ogni modo servono ancora diverse decine di parlamentari per avere i numeri (fino a un massimo di 95) da trovare principalmente nelle fila del Partito Democratico. Un’operazione non impossibile, ma ad una condizione: Renzi deve lasciare libertà di voto ai suoi deputati, perché nel caso in cui il premier-segretario dovesse chiedere ai suoi parlamentari di votare contro, infatti, le possibilità di un’approvazione scenderebbero drasticamente.

  • Quante possibilità ci sono che il testo passi anche al Senato?

Nel caso in cui la Camera varasse la legge, a quel punto il testo dovrebbe ovviamente passare anche l’esame del Senato. Qui la situazione sarebbe molto più difficile, se non proibitiva. Come abbiamo visto sono 73 i senatori che hanno firmato la legge per la legalizzazione: un numero troppo esiguo rispetto ai 321 senatori totali. Per arrivare alla maggioranza dei voti servirebbe in pratica che tutto o quasi il Partito Democratico votasse a favore. Un’eventualità difficilissima, possibile solo nel caso in cui Renzi in persona decidesse di appoggiare alla legge, accettando così di mettere a rischio la tenuta del governo (sostenuto dal proibizionista Alfano). Un’altra speranza potrebbe essere data solo da un numero di assenze molto elevato il giorno del voto, tale da abbassare notevolmente i voti necessari per formare una maggioranza. Ma in entrambi i casi siamo oggettivamente in un campo di ipotesi molto difficile.

  •  Gli altri ostacoli da superare…

Come se non bastasse gli ostacoli da superare verso la legalizzazione non risiedono solo nel voto delle Camere. Infatti va tenuto presente che anche al Senato il voto si svolgerebbe articolo per articolo e non sul testo complessivo e i vari gruppi potrebbero anche presentare emendamenti al testo. Anche nel difficile caso in cui il Senato approvasse la legge per la legalizzazione basterebbe che il testo approvato differisse anche per un singolo articolo da quello approvato alla Camera per costringerlo a tornare alla Camera: visto che in base al bicameralismo previsto dal nostro ordinamento una legge deve essere approvata allo stesso modo da entrambe le camere.

 

 



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