Contro-informazione

Hemp in Europe: è italiana la prima mostra sulla canapa al Parlamento Europeo

2015-03-17 02.53.44 pmSi è tenuta a metà febbraio la mostra sugli usi della canapa al Parlamento Europeo di Strasburgo organizzata dal Partito Radicale, dalla Lega Internazionale Antiproibizionista e dal Canapaio Ducale di Parma. Numerose sono state le aziende italiane specializzate nella trasformazione della canapa ad aderire con entusiasmo.
Hanno inoltre contribuito a rendere interessante l’iniziativa il Consorzio Canapa Italia ed il Museo della Civiltà Contadina di Romagna. L’accoglienza dei parlamentari europei è stata positiva come i riscontri sulla stampa, sia italiana che degli altri paesi europei. Di seguito i contributi degli eurodeputati Marco Cappato, radicale e ideatore della mostra e Vittorio Agnoletto, della Sinistra Europea.

MARCO CAPPATO
Cappato, come è nata l’idea della mostra?
E’ da quattro anni che proviamo ad organizzarla ma finora ci è sempre stato negato il permesso. Stavolta, con l’aiuto dei compagni del Canapaio Ducale, siamo riusciti nell’intento. Con la mostra si raccontano due cose: da una parte la straordinaria versatilità della pianta ed i suoi infiniti usi, dall’altra il proibizionismo. Persino sui simboli e la libertà di espressione e, la cosa più odiosa per me, da segretario dell’Associazione Luca Coscioni, il proibizionismo persino sulla marijuana terapeutica. Gli organizzatori hanno dovuto subire numerose limitazioni prescritte dai funzionari europei quali il divieto di cedere alcun prodotto ai visitatori e quello di esposizione di loghi della foglia di marijuana.

Come commenti il paradosso di aver organizzato una mostra sulla canapa senza però poterne riprodurre il simbolo?
La mostra è servita anche per evidenziare l’ottusità del proibizionismo, anche il più insensato, quello sulle idee. All’inaugurazione abbiamo indossato provocatoriamente magliette con impressa la foglia per chiedere ai visitatori di riflettere di come una foglia diventi pericolosa. Quell’immagine di foglia diventa pericolosa perché è stata regalata alla criminalità organizzata.

Hai voluto intitolare la mostra a Plinio de Toffol. Spieghi perché?
Plinio era un militante radicale e nonviolento. Abitava sulle montagne sopra Belluno seguendo i precetti buddisti e coltivando canapa per prodursi da sé abiti. La polizia fece irruzione e lo denunciò per spaccio e coltivazione illegale di cannabis anche se non vi era alcun principio attivo. Dopo la gogna mediatica subita e la condanna in primo grado, due giorni dopo la sentenza morì d’infarto. Ucciso dal proibizionismo più ottuso.

Che significa per te essere antiproibizionista?
Oggi significa,ed è uno dei modi, quello che meglio rappresenta l’antiproibizionismo radicale, essere liberali per il rispetto delle libertà dei singoli, essere contro le mafie che ingrassano grazie alla droga illegale. Significa essere antitotalitari perché si combatte un’ideologia che vorrebbe metter fuorilegge un comportamento comune a milioni di persone. L’antiproibizionismo radicale è un modo per essere antifascisti ed anticomunisti. Essere antiproibizionisti significa credere nella responsabilità individuale, contro dogmi e proibizioni.

VITTORIO AGNOLETTO
Vittorio Agnoletto, qual è l’impressione ricavata dalla mostra?
Trovo molto importante quest’iniziativa. Mi auguro che possa trovare uno spazio in futuro nelle decisioni e risoluzioni votate dal Parlamento Europeo. Mi sento di ringraziare pubblicamente il Partito Radicale che l’ha organizzata. La trovo importante, e parlo da medico che da vent’anni si occupa di lotta all’AIDS, perché apre uno spiraglio di sensibilizzazione ed informazione sull’utilizzo della canapa come terapia per lenire i dolori e le sofferenze altrimenti difficilmente affrontabili. Trovo assurdo che in molti paesi europei la cannabis terapeutica sia ancora illegale. Ha un valore aggiunto questa mostra perché parla
di canapa anche come materia per produrre beni che nulla hanno a che fare con la canapa definibile come droga. E’ un passo importante verso la normalizzazione della canapa.

Cosa significa per te antiproibizionismo?
Il discorso dell’antiproibizionismo è per certi versi anche molto semplice: significa che le libertà di ciascuno arrivano fin dove non danneggiano le altre persone. Ognuno può scegliere i comportamenti che lo riguardano e significa rifiutare la logica di uno Stato censore o etico che vuole decidere al tuo posto arrogandosi il diritto di dire “tu non lo devi fare”. Si tratta di superare un proibizionismo che quasi sempre è meramente ideologico e totalmente antiscientifico.

 



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